Autunno in Sabina. In vacanza nel Lazio, a pochi passi da Roma

Autunno in Sabina. In vacanza nel Lazio, a pochi passi da Roma

Per le gite fuori porta, si sa, la stagione ideale è l’estate, che regala lunghi pomeriggi assolati ed erba asciuttissima, sede ideale di teli e plaid per i nostri picnic. E se, invece, il “pavimento” su cui camminare diventasse un manto di foglie variopinte e scricchiolanti? L’autunno in Sabina, nel Lazio, a pochi passi da Roma, offre questa e molte altre attrattive, non ultimi i deliziosi prodotti stagionali. Cominciamo però dal foliage.

Il foliage, attrattiva turistica per la Sabina

Il termine foliage, per quanto di derivazione francese, è in effetti una parola inglese, e all’inglese dovrebbe essere pronunciato. Il foliage, stando alla definizione che ci dà il vocabolario è il “fenomeno autunnale consistente nel progressivo trascolorare dal giallo al rosso vinaccia delle foglie degli alberi, prima della loro caduta”.

Oggi, nel mondo anglosassone ma anche nei Paesi asiatici, come il Giappone, e in Europa, i paesaggi autunnali e la magia di questo periodo, sospeso tra l’esplosione di vita estiva e il sonno invernale cui si prepara, costituiscono un’attrattiva turistica. La nostra Italia non è da meno.

È in campagna e nei boschi che si apprezza questa vera magia. Le foglie, gli alberi, la natura intera, con la caducità che li caratterizza, cambiano aspetto in quel periodo che va da settembre agli inizi di dicembre. Si svestono e si rivestono con una sorprendente gamma di sfumature, che poi sono quelle della terra, in un insieme appagante in cui l’uomo può davvero sentirsi parte di un tutto.

Andiamo a scoprire insieme gli angoli del Lazio, nella nostra Sabina, dove ammirare il foliage e immergersi completamente nel clima autunnale.

I benefici del trekking nel foliage

L’autunno può riservare molte soddisfazioni ai trekkers. Ovviamente, non essendo più in estate, alcune precauzioni saranno indispensabili, come abbigliamento di ricambio e di consistenza più pesante vista la variabilità del tempo, o l’ausilio di una torcia quando il sole tramonta – e lo fa certamente prima di quanto non accada in estate! Ma nulla vieta di godere di quegli stessi boschi e sentieri che, magari, si sono percorsi anche in un altro periodo dell’anno, osservandone le differenze, che lo rendono quasi un altro ambiente.

Camminare in un bosco, peraltro a temperature più basse e frizzanti, giova alla salute, non solo per il movimento fisico, pure fondamentale, ma anche e soprattutto per allentare lo stress, migliorare la pressione sanguigna, dimenticare le incombenze e le preoccupazioni.

L’autunno, lungi dall’offrirci un paesaggio malinconico come spesso viene presentato, con uno stereotipo piuttosto diffuso, è un terapeuta gratuito e sempre disponibile, che ci cura con la cromoterapia delle sue colorazioni vivaci e calorose, che trasmettono allegria, voglia di vivere, capacità di rinnovarsi. Non si tratta di foglie che muoiono, ma di nuova vita che si prepara a nascere.

Foliage d’autunno: i posti dove ammirarlo in Sabina, nel Lazio

Se pensiamo alla valenza spirituale del cammino in un ambiente in mutamento, scenario privilegiato potrebbe essere quello della Valle Santa Reatina e il Cammino di San Francesco tra i quattro santuari francescani Fonte Colombo, Greccio, Santa Maria della Foresta e Poggio Bustone.

Anche San Benedetto, il Santo della celeberrima regola Ora et labora, è stato qui, e il Cammino che ne segue le orme comincia nella sua nativa Norcia, e si snoda tra Leonessa, Poggio Bustone, Rieti, Pozzaglia Sabino e luoghi di grande richiamo come il Lago del Turano e i Monti Lucretili. Quindi Orvinio, Percile, Licenza sono gli ultimi borghi sabini prima che il percorso prosegua verso il Lazio meridionale.

Sempre in contatto con una dimensione diversa da una prettamente materiale, un altro suggerimento ci conduce lungo il VER, il Cammino dei Padri, in un percorso che, nella sua porzione iniziale, coinvolge la Sabina e in particolare il Lago di Paterno e la Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, e che rievoca la migrazione, tanto antica da essere quasi mitica, del popolo italico dei Sabini.

Ulteriore opzione, il Cammino dei Briganti, che ripropone, oltre a paesaggi mozzafiato come quello del Lago della Duchessa, una rilettura della storia del brigantaggio italiano.

A chi non si spaventa dell’altezza e dei sentieri in salita, possiamo proporre anche le pure non elevatissime vette sabine, che sono percorse da itinerari che si inerpicano tra faggi e cerrete.

Parliamo del Monte Soratte, nella piana del Tevere, con la sua riserva naturale e un’atmosfera che passa da quella solitaria e misteriosa dell’Eremo di San Silvestro a quella, altrettanto misteriosa ma in modo molto diverso, del Bunker che dal monte prende il nome.

E parliamo anche del Monte Terminillo, dove le faggete non mancano di certo. Immergetevi nel sentiero che da Pian de’ Valli vi porta al Rifugio La Fossa, per un vero e proprio bagno nell’autunno.

E ancora i già citati Monti Lucretili, le Montagne della Duchessa e i Monti Sabini con le vette del Monte Tancia e del Pizzuto, per raggiungere le quali attraverserete la faggeta che vi condurrà ai Prati di Poggio Perugino. Preparatevi a camminare in 20 centimetri di foglie scricchiolanti.

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Le sagre d’autunno in Sabina. Gli eventi a cui partecipare vicino Rieti

C’è molto altro, qui, in Sabina, nei mesi che ci accompagnano verso l’inverno e la fine dell’anno. Per esempio, ci sono i prodotti stagionali. La tavola di questa regione è sempre imbandita a festa e,  tra i suoi numerosi motivi di richiamo, quello della sua enogastronomia è sicuramente tra quelli più noti.

Chi non ama il Marrone Antrodocano IGP? Una vera specialità, il cugino nobile della castagna, una prelibatezza croccante e versatile in cucina, che si presta ad essere a base per dolci e preparazioni salate, grazie alla farina che da esso si produce.

Il marrone è il protagonista di molte sagre, ovviamente, e questo ci porta a un altro motivo per venire qui: il divertimento. Agli inizi di novembre, Antrodoco festeggia il suo più grande motivo di orgoglio con la Festa d’Autunno, mentre la Sagra del Marrone Antrodocano di Borgovelino si tiene agli inizi di dicembre.

La castagna laziale si declina anche nella Castagna Rossa del Cicolano, varietà rosseggiante, tonda e dolce  festeggiata, in novembre, a Marcetelli, nel reatino: il più piccolo comune d’Italia offre degustazioni del pregiato prodotto e di tante altre specialità locali.

Non ci sono solo castagne, nell’autunno della Sabina.

Un altro prodotto notissimo, che proviene da questa terra, è la Patata di Leonessa. Un piatto di patate rescallate, o una porzione di ciambelline dolci di patate, val bene una visita di questa piccola cittadina d’arte, posta su un altopiano circondato da una natura autentica, tanto più che farlo in ottobre comporta tantissimo divertimento e  momenti di aggregazione nella Sagra dedicata al saporito tubero.

Inoltre, l’autunno è la stagione in cui si completa la lavorazione dell’Olio Sabina DOP, e quindi moltissimi dei borghi in cui si estendono gli uliveti si vestono a festa per celebrare, possiamo affermarlo senza timore di smentita, il prodotto sabino più noto nel resto d’Italia.

Vi avvisiamo, potremmo continuare. Ma pensiamo davvero di avervi convinti, se ce ne fosse stato davvero bisogno, ad organizzare il vostro weekend, la vostra gita fuori porta, il vostro cammino, in Sabina, in questa poco nota regione a metà tra Lazio, Abruzzo e Umbria. Con tanto da offrire, anche in autunno.

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