Sapori della Sabina: la porchetta di Selci e i vini Colli della Sabina

Sapori della Sabina: la porchetta di Selci e i vini Colli della Sabina

Come si tramanda una tradizione enogastronomica?
Con la passione e la dedizione dei produttori e l’impegno delle amministrazioni locali che si fanno spesso sostenitrici di eventi di degustazione con lo scopo di promuovere i prodotti tipici.

Selci, comune della provincia di Rieti, è un esempio sul territorio sabino dell’impegno a portare avanti una rinomata tradizione enogastronomica. E non potrebbe essere diversamente, se si pensa che la porchetta selciana è una delle eccellenze italiane in ambito alimentare. Un prodotto che custodisce nella sua preparazione una tradizione che va avanti dal 1890.

Nel 2018 la Porchetteria Giorgini e il comune di Selci hanno collaborato in un percorso che – nel mese di marzo del 2019 – ha portato un riconoscimento prestigioso per tutto il comune e per l’azienda Giorgini: l’inserimento della porchetta selciana nel P.A.T., l’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali, istituito dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.

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Eventi enogastronomici in Sabina

Tra l’assessore di Selci Alfredo D’Antimi, il sindaco Egisto Colamedici, il sommelier Daniele Antonini e Damiano Giorgini, futuro erede della Porchetteria Giorgini, è nata una sfida: proporre con una certa frequenza eventi enogastronomici in cui dar vita a gustosi abbinamenti che esaltino nuovi e antichi sapori, utilizzando esclusivamente prodotti della tradizione enogastronomica della nostra terra sabina e laziale. Location dell’evento, la suggestiva Torre comunale di Selci.

Il primo di questi incontri, anteprima di un progetto più ampio, a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare, su invito dell’assessore Alfredo D’Antimi, ha proposto il connubio tra vini laziali, porchetta selciana e salumi artigianali prodotti in Sabina.

L’evento è stato inserito all’interno di un bando ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio) che ha visto Selci primo classificato tra 150 comuni della Regione Lazio. Il comune della Sabina è stato premiato per i prodotti tipici e per la qualità della proposta sia a livello progettuale sia a livello di materie prime impiegate.

Due eccellenze enogastronomiche della Sabina: la porchetta di Selci e i vini della doc Colli della Sabina

Fiori all’occhiello del buon mangiare e del buon bere in Sabina e nel Lazio, i prodotti di punta scelti per il primo evento enogastronomico a Selci sono stati la porchetta selciana e i vini della Tenuta Santa Lucia. Riconoscimenti a livello nazionale non sono arrivati negli anni solo per la porchetta e la famiglia Giorgini che ne cura la preparazione da oltre un secolo, ma anche per la cantina sabina.
Tra le colline di Poggio Mirteto, nella valle del Tevere, la Tenuta Santa Lucia produce pregevoli vini, risultato di cura e sapienza. Il loro Morrone, è stato per più anni consecutivi insignito del premio 5 grappoli di Bibenda, la guida ai migliori vini e ristoranti d’Italia.

porchetta di selci vini della sabina

Tradizioni e segreti della porchetta sabina

La famiglia Giorgini è l’emblema di un’azienda di famiglia sabina che tramanda di generazione in generazione la tradizione enogastronomica locale, la sapiente preparazione delle carni e la loro cottura per regalare alla tavola un prodotto di elevata qualità. Damiano Giorgini, che abbiamo incontrato e conosciuto all’evento di degustazione a Selci, figlio d’arte, è futuro erede della porchetteria e nella sua giovane figura incarna tutta la speranza di veder sopravvivere la conoscenza di una lavorazione e un mestiere che, forse, oggi molti al suo posto snobberebbero preferendo un più “comodo” lavoro da impiegato.

La rivista Bell’Italia, con cui abbiamo collaborato nel mese di Aprile 2019, per la realizzazione di un itinerario enogastronomico nella Bassa Sabina, racconta così la porchetta selciana e l’azienda Giorgini:

Alla Porchetteria Giorgini si preparano le porchette sabine dal 1890, da non confondere con quelle dei Colli Albani, di Ariccia. La porchetta di qui è più rispettosa del sapore della carne, non eccede in speziature né in eccessive aggiunte di erbe aromatiche. Anche il modo di disossare il suino è diverso. Giorgio Giorgini ha insegnato a Damiano, il figlio, tutti i segreti del mestiere: porchette italiane, meglio se laziali, di 40 chili di peso, cottura lenta e impiego di legno di macchia misto per un’ora di cottura in forno ogni 10 chili di polpa, con temperature che arrivano a 300 gradi.
Questo arrosto goloso che spopola in tutte le fiere del Centro Italia va gustato a temperatura ambiente, tra due fette di pane o in mezzo a una rosetta
”.
[Bell’Italia n° 396 – Aprile 2019]

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La rinascita del vino sabino alla Tenuta Santa Lucia

All’evento di degustazione a Selci, abbiamo conosciuto e apprezzato i vini della Tenuta Santa Lucia di Poggio Mirteto.

Per l’occasione sono stati proposti due vini bianchi e due rossi:

  • il Pecorino IGT Lazio bianco;
  • il Domina Sabinae, composto da Malvasia del Lazio al 50%, Trebbiano toscano al 35% e Falanghina al 15%. Un bianco morbido, avvolgente e profumato – complice la presenza del vitigno aromatico della Malvasia – con una gradazione alcolica importante per un vino bianco di ben 14 gradi;
  • il rosso base Colli della Sabina, un Sangiovese al 60% e Montepulciano al 40%. Un vino con una componente di freschezza e di morbidezza;
  • il rosso Otio Lazio IGT, uno dei cavalli di battaglia dell’azienda: vinificato da uve Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Merlot.

La rivista Bell’Italia, nell’itinerario enogastronomico in Bassa Sabina che le abbiamo suggerito, ha incontrato – sempre nel mese di Aprile 2019 – anche i proprietari della Tenuta Santa Lucia. E racconta loro e il lavoro svolto così:

Un tempo in queste zone l’ulivo si alternava ai filari di viti, finché nella seconda metà dell’Ottocento l’invasione della terribile fillossera azzerò tutta la produzione enologica. Con il vino qui si è ricominciato da poco, ottenendo risultati interessanti.
Gabriella Fiorelli Colantuono della Tenuta Santa Lucia, valida sommelier e imprenditrice di polso, ha iniziato con venti ettari di vigna facendo da apripista a un nuovo scenario enologico sabino.
L’azienda etichetta bottiglie di Syrah, Sauvignon, Malvasia, Falanghina, Carignano, Pecorino e un bollicine, il Gabry’s extra dry.
I due fiori all’occhiello sono il rosso Otio, blend di Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon e il Morrone, il Syrah in purezza
”.
[Bell’Italia n° 396 – Aprile 2019]


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