Castelnuovo di Farfa

Comune di Castelnuovo di Farfa


Castelnuovo di Farfa, a pochi passi dalla celebre Abbazia di Farfa, è conosciuta per il Monumento Naturale delle Gole del Farfa: un percorso naturalistico di grande pregio. Il suo stretto rapporto con l’olio extra vergine di olivo, prodotto tipico simbolo dell’intera Sabina, è celebrato in questo borgo sabino con un Museo ad esso dedicato.

Castelnuovo di Farfa Sabina Rieti Lazio
Castelnuovo di Farfa (Fotografia di Diego Valentini)

Castelnuovo di Farfa, il Castellum Novum nelle Gole del Farfa

Castelnuovo di Farfa è in provincia di Rieti, a circa 55 chilometri da Roma, in uno scorcio di Sabina di particolare pregio naturalistico. Qui, la vita dei castelnovesi scorre lenta, quasi come le acque dei torrenti che circondano il borgo sabino. Quegli stessi corsi d’acqua che, in passato, insieme all’altitudine della collina su cui è posto, più di 300 metri di altezza sul livello del mare, ne costituirono un naturale baluardo di sicurezza.

La storia di Castelnuovo di Farfa

Una prima documentazione di questo luogo nelle fonti storiche si attesta al 977, con il riferimento al Castellum Sancti Donati: un primo nucleo abitato si era probabilmente formato intorno alla chiesa dedicata a San Donato, ancora oggi visibile, e abbandonato poi a causa delle allora numerose incursioni saracene. Una ricostruzione nel secolo seguente, e un nuovo abbandono.

Si deve attendere il 1200 per la fondazione di un Castellum Novum, voluto dalla potente Abbazia di Farfa e che tradizionalmente viene a coincidere con l’inizio della storia di Castelnuovo di Farfa.

La posizione era davvero strategica. Posto su un colle, circondato da altre colline e cinto dal torrente Farfa a nord e dal Riana a sud, questo borgo già così ben difeso dalla morfologia del territorio era ulteriormente fortificato da nove torri. Appare dunque poco verosimile, per quanto suggestiva, la leggenda secondo la quale la fondazione si debba a tre famiglie di origine orientale, giunte in Sabina a seguito della conversione operata da un monaco farfense di nome Raniero.

La storia di Castelnuovo di Farfa inizia dalla Chiesa di San Donato

Castelnuovo di Farfa, Chiesa di San Donato
Castelnuovo di Farfa, Chiesa di San Donato (Fotografia di Diego Valentini)

Il primo snodo della storia di questo grazioso borgo comincia, come abbiamo accennato poco sopra, attorno alla Chiesa di San Donato, oggetto di studio e attenzione di una delegazione dell’Università di Sheffield nella metà degli anni Novanta, grazie al suo essere punto di raccordo, come non ce ne sono molti altri, tra le ville rurali romane e il paesaggio delle campagne medievali.

Come edificio di culto era stato abbandonato nel corso del XVI secolo, inglobato in una struttura di molto posteriore, e l’intervento di recupero e ripristino ne ha permesso di riportare alla luce gli effettivi volumi e planimetria. Ad oggi, costituisce il punto di arrivo per i visitatori del Museo dell’Olio di Castelnuovo di Farfa.

Castelnuovo di Farfa e il suo rapporto con l’olio

Nel cuore di quella Sabina culla a sua volta dell’Olio Extravergine Sabina DOP, Castelnuovo di Farfa è parte della rete Città dell’Olio, associazione nazionale che riunisce comuni, province, parchi, in sostanza tutti quegli enti, tutte quelle espressioni territoriali e amministrative in cui l’olio non sia solo un prodotto, ma un veicolo di tradizioni e cultura, e che si fregino di Denominazioni di Origine Protetta per i propri oli. La sua mission sta nella difesa dei territori vocati all’olivicoltura, nella promozione dei prodotti e della cultura, anche presso i consumatori, del consumo responsabile e consapevole.

L’olio nella tavola e nella cultura

Perché l’olio è così importante nei posti dove viene prodotto? Il valore economico ha sicuramente la sua importanza, ma è anche vero che la maggior parte degli uliveti italiani è di proprietà di piccoli e medi produttori, non di agiati latifondisti.

L’olio è anche, e soprattutto, cultura. È un insieme di nozioni che deve guidare il produttore, di competenze, di conoscenze, che vengono tramandate e che sono una ricchezza imprescindibile. Un saper fare che si è stratificato nei secoli e nei millenni, se pensiamo che in Sabina la pratica delle coltivazioni delle olive è millenaria. E se poi andiamo a vedere i significati simbolici dell’olio, la Bibbia, con la colomba recante il ramoscello d’olivo simbolo di pace, e l’iconografia greca e romana possono offrirci moltissimi spunti di riflessione. L’olio è vita, è luce, perché con esso si accendevano i lumi, con esso si unge la fronte del battezzato e del nuovo arrivato nella comunità dei fedeli in più di una religione. L’olio, ma solo quello extravergine d’oliva, è la colonna portante della dieta mediterranea, apportando una serie di nutrienti e di grassi buoni fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo.

Diventa quindi naturale pensare a un museo dell’olio, come hanno ben fatto i castelnovesi, inaugurando nel 2001 il Museo dell’Olio della Sabina all’interno del Cinquecentesco Palazzo Perelli. Con una simile intitolazione, e in un’area geografica così fortemente vocata alla produzione olivicola, ci si aspetta una serie di attrezzi, ovviamente storici e più o meno antichi, e magari qualche scheda informativa alle pareti che illustri l’evoluzione dei mezzi di produzione. Ebbene, l’originalità di questo museo sta nell’aver celebrato la civiltà, la cultura dell’olio, attraverso l’arte e attraverso le opere di artisti contemporanei come Maria Lai – il suo Albero del Poeta accoglie i visitatori quasi all’ingresso, unendo l’ulivo all’ars poetica come erano soliti fare i romani – o il giapponese Hidetoshi Nagasawa, o di Gianandrea Gazzola.

L’itinerario prosegue all’interno di un frantoio del Settecento, rientrando nella dimensione più concreta della produzione, e termina, come anticipato, all’interno della Chiesa di San Donato, divenuta stazione terminale dell’esperienza museale, allo scopo di valorizzarla e coinvolgerla negli itinerari dei visitatori.

Castelnuovo di Farfa
Castelnuovo di Farfa (Fotografia di Diego Valentini)

Un monumento naturale, le Gole del Farfa, tra Castelnuovo di Farfa e Mompeo

Il motivo per cui questa parte di Sabina è di grande attrattiva per gli amanti della natura è costituito dalla presenza del Monumento Naturale delle Gole del Farfa, un’area protetta individuabile tra il territorio dei comuni di Castelnuovo di Farfa e di Mompeo, parte integrante della Riserva naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa.

Una natura incontaminata, dai colori intensi e vividi, quasi una tela impressionistica, in cui il verde intenso dei boschi, dei muschi che avvolgono i tronchi di querce, lecci e altri alberi ad alto fusto si staglia contro il bianco pallido dell’acqua gelida che scorre nel torrente Farfa: il letto è costituito da ciottoli levigati dall’azione dell’acqua, e questo contribuisce a far arrivare ancora di più la percezione della sua purezza.

Il Farfa è poi sovrastato da un antico Ponte Romano del VI secolo, a campata unica, a collegare Castelnuovo a Mompeo – attenzione a percorrerlo, non ci sono parapetti. Poco distanti, ma comprese nel territorio di Mompeo, le rovine della Mola Naro Patrizi, un mulino ad acqua come ce ne erano altri in zona, in epoca romana e medievale.

Le Gole del Farfa sono lo scenario ideale di percorsi di trekking, ma anche di attività acquatiche come il rafting, o il canyoning, o di una semplice passeggiata alla ricerca della frescura nella canicola estiva: le sue acque sono balneabili, e tra l’altro, sono freddissime anche nella bella stagione.

Castelnuovo di Farfa in cucina

La Sabina è meraviglie naturalistiche, architettoniche e storiche. Ma è anche buona cucina, ed è sicuramente questo aspetto che la rende nota nel resto d’Italia. Uno degli appuntamenti gastronomici offerti dalla cittadina in provincia di Rieti è la Sagra delle Fregnacce con la Persa, che si svolge solitamente in agosto, con balli in piazza, concerti musicali e gli immancabili stand.

Si tratta di una specialità di pasta all’uovo, le fregnacce, appunto, una sorta di maltagliati, realizzati con un impasto fatto per metà di uovo e per metà di acqua, tirato con il mattarello, ma non troppo, in modo da aumentarne la tenuta in cottura. E la soddisfazione al palato, anche. Un piatto semplice, sapori non elaborati ma intensi, con l’inconfondibile aroma della maggiorana, detta, da queste parti, “persa”. E allora persa, olio e uno spicchio di aglio, oppure un semplice sugo all’odore di maggiorana, arricchito da un pizzico di peperoncino e soffritto in olio EVO Sabina DOP, e il piatto è pronto.

Come arrivare a Castelnuovo di Farfa

Il percorso più comodo per arrivare a Castelnuovo di Farfa prevede un primo tratto di autostrada A1, fino all’uscita per Fiano Romano; a questo punto si imbocca la Strada Statale 4 Salaria verso Rieti, seguendo le indicazioni per Osteria Nuova e Poggio Moiano. Da qui, apposite indicazioni conducono a Castelnuovo.

Comune di Castelnuovo di Farfa

Regione: Lazio
Provincia: Rieti
Comune: Castelnuovo di Farfa
Abitanti: Castelnovesi
Residenti: 1.066
Indirizzo Comune: Via Perelli, 7
CAP: 02031
Latitudine: 42.231992
Longitudine: 12.743093999999928

Contatti Comune di Castelnuovo di Farfa

Telefono: 076536131
Email: Scrivi al Comune
Sito Web: Visita il sito del Comune

Santo Patrono di Castelnuovo di Farfa

Santo Patrono: San Nicola
Ricorrenza: 06 dicembre
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Dove si trova Castelnuovo di Farfa


Mappa e cartina dettagliata di Castelnuovo di Farfa

Cosa vedere a Castelnuovo di Farfa


Sei a Castelnuovo di Farfa? Abbiamo selezionato per te i principali luoghi d'interesse, le migliori cose da vedere, le attività e le attrazioni da non perdere!

Chiesa di San Nicola da Bari

Chiesa di San Nicola da Bari

Religioso
Piazza della Chiesa – Castelnuovo di Farfa (RI)

Si tratta dell’edificio di culto più importante del borgo, vista la dedica al Santo Patrono, che si festeggia la prima domenica di settembre. La Chiesa, la cui pianta è ellittica, costellata di 6 cappelle laterali, a navata unica, venne edificata nel XVIII secolo, sulle rovine di una precedente costruzione, su progetto dell’architetto Virginio Bracci (1737 – 1815).

Palazzo Salustri Galli

Palazzo Salustri Galli

Storico/Architettonico
Via Umberto I – Castelnuovo di Farfa (RI)

Il nome arriva dalla famiglia proprietaria, quella stessa famiglia Salustri Galli che ha amministrato i territori circostanti per più di un secolo. Costruito probabilmente nel corso del XVI secolo, l’edificio si presenta ora maestoso e imponente, e venne decorato con affreschi e stucchi nel corso del secolo successivo, circondato tra l’altro da un rigoglioso giardino all’italiana.

Chiesa Santa Maria degli Angeli - cosa vedere in sabina

Chiesa Santa Maria degli Angeli

Religioso
Piazza degli Angeli – Castelnuovo di Farfa (RI)

Eretta nel corso del 1600, la chiesa fu dedicata alla Madonna, come segno di ringraziamento dei castelnovesi per la protezione ricevuta durante la pestilenza che aveva imperversato nella zona: ad oggi, la festa in suo ricordo si tiene la prima domenica di agosto.

La costruzione presenta una pianta circolare, con un’abside e quattro piccole cappelle intorno, mentre il campanile risale alla fine dello stesso secolo. Quello che vediamo oggi è il risultato dei lavori di ripristino seguiti al crollo del 1933, effettuati a spese di un mecenate locale, appartenente alla famiglia Salustri Galli.

Palazzo Perelli - cosa vedere in sabina

Palazzo Perelli

Architettonico

Oggi sede del Municipio di Castelnuovo di Farfa e del Museo dell’Olio della Sabina, Palazzo Perelli risale al Cinquecento ed è stato oggetto di una recente ristrutturazione, un progetto che ha visto interventi di recupero, di ridisegno e di riqualificazione della struttura.

Chiesa di San Donato

Chiesa di San Donato

Religioso

Appena fuori dal centro abitato di Castelnuovo di Farfa, la Chiesa di San Donato fa parte oggi del percorso del Museo dell’Olio della Sabina e sembra essere questo il primo nucleo intorno al quale venne fondato il primo insediamento intorno all’attuale borgo di Castelnuovo di Farfa.

Probabilmente utilizzata per il culto fino al XVI secolo e poi abbandonata, è negli anni 90 che fu riportata alla luce e restaurata dal comune. Oggi è un luogo pieno di fascino, in cui le parti perimetrali mancanti, sono state sostituite da vetrate che lasciano intravedere l’interno della chiesa.

Museo dell'Olio della Sabina

Museo dell'Olio della Sabina

Museo
Viale Regina Margherita - Castelnuovo di Farfa (RI)

Il Museo, ricavato all’interno del pregevole palazzo cinquecentesco noto come Palazzo Perelli, accoglie il visitatore con una serie di opere d’arte contemporanea che si riagganciano ai più ancestrali significati dell’olio, conducendolo poi dentro un frantoio del XVIII secolo.

Per informazioni e prenotazioni leggi il nostro approfondimento.

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Gole del Farfa

Gole del Farfa

Percorso naturalistico

Vegetazione lussureggiante, acqua cristallina e gelida per tutto l’anno, le Gole del Farfa sorprendono chiunque si avventuri lungo il loro percorso, fatto di anse e canyon. Un’esperienza indimenticabile a soli 50 km da Roma!

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Cosa vedere nelle vicinanze di Castelnuovo di Farfa


Se ti resta del tempo libero, non devi assolutamente perdere la nostra selezione di luoghi da vedere nelle vicinanze di Castelnuovo di Farfa!

Fara in Sabina

Fara in Sabina

Comune della Sabina

A Fara in Sabina vi aspettano panorami di rara intensità, visioni romantiche e suggestive sulla Valle del Farfa. Approfittate per visitare il Monastero delle Clarisse Eremite ed entrare in un mondo fino a pochi anni fa chiuso all’esterno. Vi sembrerà quasi un privilegio poter conoscere queste deliziose “sorelle”.

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Abbazia di Farfa

Abbazia di Farfa

Religioso
Via del Monastero, 1 - Farfa (fraz. di Fara in Sabina)

Dichiarata nel 1928 monumento nazionale, la celebre Abbazia di Farfa è uno stupendo convento di Benedettini, che fu fondato nel lontano VI secolo. Migliaia i visitatori che ogni anno giungono in questo luogo incantevole per ammirare il monastero e la basilica, veri gioielli di architettura.

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Poggio Mirteto

Poggio Mirteto

Comune della Sabina

Poggio Mirteto volge il suo sguardo verso il Monte Soratte e la Valle del Tevere. Con i suoi 6.000 abitanti è uno dei paesi più vivi della Bassa Sabina, grazie anche al fitto calendario di eventi folcloristici, sagre e mercatini tradizionali in programma ogni anno.

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Riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa

Riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa

Percorso naturalistico
nei pressi di Poggio Mirteto Scalo

Prima area protetta del Lazio, dal 1979, è una zona percorribile esclusivamente a piedi, in bici o a cavallo che si snoda attraverso comodi sentieri che costeggiano il Tevere. La riserva interessa i comuni di Nazzano, Torrita Tiberina e Montopoli di Sabina e copre un territorio di oltre 700 ettari. Un’ottima occasione per fare delle passeggiate all’aria aperta, rilassarsi e osservare uccelli e animali. Oppure per organizzare un picnic, usufruendo dei barbecue e dei tavoli in legno a disposizione nelle piazzole ristoro.

Come si raggiunge la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa da Poggio Mirteto: la parte della Riserva più vicina si raggiunge da Poggio Mirteto Scalo, direzione Torrita Tiberina. Superato il ponte che attraversa il Tevere, si scende subito nella stradina sulla sinistra. Poco più avanti lasciare la macchina nel parcheggio e proseguire a piedi.

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