Nerola, il profumatissimo borgo con il Castello Orsini

Oggi, vi portiamo a Nerola, piccolo centro posto nelle vicinanze di Roma, nella cui provincia figura. Sito nella Sabina Romana, Nerola sorge, probabilmente, dove un tempo sorgeva l’antica Regillo, città sabina di cui era originario il celebre, e difficilmente inquadrabile sotto il profilo storico, Atto Clauso, da cui discesero i Claudi – il nome subì una romanizzazione. Dopo l’abbandono di Regillo, e il suo spopolamento dopo le ben note vicende che resero i Sabini, da nemici, alleati fedeli di Roma, furono proprio i Claudi a reinsediarsi qui, costruendo una villa. Un insediamento alla base di una leggenda sull’origine del nome Nerola.

Riflessioni sull’origine, e la storia, del nome

Nerola è un nome particolare, e le suggestioni sulla sua origine sono molte e svariate. Il fatto, per esempio, che qui siano stati rinvenuti dei resti di una villa romana, verosimilmente appartenente ai Claudi, ha fatto pensare che proprio qui abbia avuto dimora Nerone, imperatore tra il 54 e il 68 d.C. Difficile da provare, visto che altre sue residenze sono state trasmesse dalle fonti, e l’accostamento per assonanza è il solo legame, un’argomentazione abbastanza debole. Anche se presa per buona pure dall’iscrizione sulla fontana nella piazza del Municipio, che recita, in maniera piuttosto eloquente, A Nerone tuum Nerola nomen habet.

E, a sua volta, quella che è una delle figure più chiacchierate e controverse della storia, ha dato il la ad altre credenze: si sa, Nerone era spietato e crudele, arrivato al potere con i sotterfugi e le macchinazioni della madre Agrippina. Lo si accusa dell’incendio di Roma del 64 d.C. e delle persecuzioni dei cristiani. Anche in questo scampolo di Sabina, secondo le storie popolari, dava sfogo ai suoi impulsi efferati, ordinando l’uccisione dei giovani una volta maggiorenni.

Ci sono però altre versioni, sull’origine del nome: lo storico e topografo Antonio Nibby dice la sua al riguardo, ritenendo il toponimo derivante dal lemma sabino Nero, ovvero forte. La stessa radice della dea Nereine, la dea sabina della forza, la Virtus romana, oggetto di un culto molto radicato presso i regillesi, in onore del quale era stato eretto un santuario. E infatti nella sua Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de’ dintorni di Roma Nibby legge in Nerola l’equivalente di “piccola fortezza”.

Nerone, crudele, forse, ma contestualizziamolo

Probabilmente Nerone, per quanto la sua famiglia (adottiva, per giunta!) avesse origini sabine, non ha poi avuto molto a che fare con la terra su cui concentriamo le nostre riflessioni. Non più di quello che poteva avere un qualsiasi imperatore romano, che su queste terre governava.

Ci preme sottolineare solo un aspetto, per completezza di informazione: su Nerone circolano tante notizie incancrenite sotto una cattiva fama. Non era certo un tipo mite, e le sue stravaganze e le sue macchinazioni, in primis contro la madre, la moglie Ottavia e gli oppositori politici o presunti tali sono indiscutibili, ma occorre dire che le fonti sono concordi nell’affermare che i suoi primi anni di governo furono anni di buon governo.

Non solo, l’incendio di Roma a cui sembra indissolubilmente legato nei nostri ricordi di scolari non è stato appiccato da lui, il quale era infatti fuori città, e attribuire la colpa ai cristiani e considerarli responsabili era qualcosa che, praticamente, facevano tutti gli imperatori di fronte a ogni problema che si presentava – almeno fino a Costantino.

Chi era il mostro di Nerola?

Un altro personaggio storico, sulla cui crudeltà non sussistono dubbi, è legato alla storia di Nerola. Con un audace salto in avanti di parecchi secoli, vi parliamo di eventi relativi alla seconda metà del Novecento. Quando nel dopoguerra, una serie di omicidi vengono perpetrati dal cosiddetto Mostro di Nerola, un contadino di nome Ernesto Picchioni, il cui casale, ormai abbandonato, ancora è visibile all’altezza del chilometro 47 della Via Salaria.

Gli viene attribuito un numero di omicidi oscillante tra i quattro e il sedici, perpetrati con freddezza e per futili motivi. Un killer tra i più sanguinari della storia italiana, che ha in qualche modo “sporcato” nella memoria degli italiani la storia di Nerola, un borgo pacifico e accogliente, che merita di essere ricordato per ben altro: come per l’Ospedale dei Pellegrini, che, proprio sulla via Salaria, nei pressi del luogo dove Picchioni irretiva le sue vittime, accoglieva i viandanti.

Neroli, il profumo nato qui

Se la sua origine potremmo anche averla chiarita, anche se di certezze non ve ne sono, segnaliamo che il toponimo è alla base del nome dell’essenza di fiori di arancio amaro, oggi, appunto, noto come essenza neroli, creato da Anna Maria de la Tremoïlle de Noirmoutiermoglie, moglie del signore di Nerola, Flavio Orsini, sul finire del Seicento.

Ad oggi, gli usi dell’olio essenziale di neroli sono davvero svariati. L’aromaterapia alla base di questo profumatissimo distillato allevia disturbi come ansia, depressione, aiuta a combattere l’insonnia favorendo il rilassamento. Proprio per queste sue virtù, allevia le tensioni muscolari, i dolori mestruali, il mal di testa. È inoltre alla base di molti prodotti dell’industria cosmetica, grazie al gradevole e intenso aroma, e alle proprietà lenitive e cicatrizzanti, ma può essere usato anche assoluto, direttamente massaggiato sulla cute.

La storia di Nerola e del suo castello

Nel parlarvi del profumo neroli, abbiamo citato un nome fondamentale nella storia del borgo, gli Orsini. Andando per ordine, il cosiddetto Castrum Nerulae, probabilmente edificato sui resti della villa romana di cui sopra, fu fondato dalla famiglia Crescenzi nel 972, che ne detenne il controllo fino al 1235: a questo punto il castello entrò nella sfera di competenza del Papa.

Sul finire del XII secolo, come visto per altri borghi, data la consuetudine del Papato di concedere feudi alle famiglie più fedeli, Nerola venne ceduta agli Orsini. Ancora oggi, il loro castello baronale si erge maestoso, perfettamente conservato. Nella storia di Nerola si avvicendarono in seguito altre famiglie in vista, come i Barberini, i Colonna, i Lante della Rovere.

Ad oggi, possiamo dire che Nerola ruota intorno al suo castello. Il Castello Orsini prende il nome dai signori che maggior importanza hanno rivestito nelle vicende di questo borgo, benché sia preesistente al loro dominio. Furono però gli Orsini a trasformarlo in residenza nobiliare, quando assunsero le redini di questi possedimenti. Non solo, per volere degli Orsini furono innalzate quattro torri a base quadrata, e innalzate una ulteriore cinta muraria. Nel corso del XV secolo, questo come altri castelli, della zona ma non solo, subì una serie di modifiche, volte a migliorare il grado di inespugnabilità.

Stanze riccamente affrescate, con inginocchiatoi e mobilio del Seicento, accolgono oggi il visitatore tra il Salotto dei Cristalli, quello del Tavolo d’Oro, o il Terrazzo Garibaldi, intitolato al condottiero in ricordo della permanenza dei Mille, di cui vi parliamo tra poco.

La visita guidata del castello conduce inoltre alla Cappella, una saletta raccolta, con le pareti affrescate con opere del Quattrocento, che raffigurano i Santi Giorgio e Sebastiano. Oggi ospita un elegante hotel, una sontuosa struttura recettiva, sede anche di eventi culturali come rappresentazioni teatrali e concerti.

Nerola risorgimentale

Il Risorgimento nel Lazio non è stato solo la battaglia di Mentana. Quella è la battaglia che si ricorda maggiormente, quella in cui i garibaldini dovettero ripiegare, si era nel settembre 1867, sotto i colpi dei francesi e dei soldati dello Stato Pontificio, desistendo dal tentativo di prendere Roma.

Ci sono stati anche scontri minori, come quelli a Nerola, a Montelibretti, la campagna romana era una polveriera. A Nerola, in particolare, un gruppo di seguaci di Garibaldi occupò il palazzo Orsini; ad oggi, di questi avvenimenti, qualche traccia rimane: una terrazza del Castello si chiama Terrazza Garibaldi, e inoltre, sulla facciata di un edificio sito in via Raimondi, una targa ricorda la permanenza di Menotti e Ricciotti Garibaldi, figli di Giuseppe, ma anche del maggiore Achille Fazzoni e dello scrittore Anton Giulio Barrili. Un pezzo di storia d’Italia si è fatta anche qui.

Cosa offre Nerola al visitatore

La cucina è sicuramente un motivo che può spingere i golosoni a venire qui, quella ricca di sapori, genuina, di matrice contadina che è quella che caratterizza l’intera Sabina, i cui prodotti tipici sono un inno all’artigianalità e al rispetto delle tradizioni.

La Sagra della Polenta può essere una buona occasione per visitare il paese e nel contempo “assaggiarlo”: un piatto semplice, che può essere declinato nelle più svariate modalità, in bianco, condito con olio EVO Sabina DOP, magari infornato dopo la prima cottura, creando quella golosissima crosticina soprastante, o ancora con un ricco sugo di cacciagione o spuntature. Si tiene solitamente nella prima metà di novembre, quando il clima è dell’autunno inoltrato, virando verso i primi freddi, che rendono ancora più gradevole una fumante scodella di polenta.

Un altro ottimo pretesto per passare da queste parti è fornito dalla festa patronale di San Giorgio, appuntamento del 23 di aprile. Unendosi al ponte del 25 aprile se il calendario lo consente, dopo la messa solenne presso la chiesa parrocchiale a lui dedicata e una processione altrettanto raccolta, dietro la statua del santo, si partecipa a una manifestazione che dice molto dell’identità di questa comunità.

Come arrivare a Nerola

Nerola si trova nella Città Metropolitana di Roma Capitale, e dal capoluogo dista davvero poco. Tramite l’autostrada A1 e la via Salaria, il percorso, senza traffico, richiede un viaggio di meno di 50 minuti. La stessa via Salaria, ovviamente dall’altra direzione, sarà la direttrice utilizzabile per chi proviene da Terni, per poi uscire in direzione di Nerola. Da L’Aquila, sarà invece necessario percorrere l’autostrada A24.

Comune di Nerola

Regione: Lazio
Provincia: Roma
Comune: Nerola
Abitanti: Nerolesi
Residenti: 1911
Indirizzo Comune: Corso Umberto I, 15
CAP: 00017
Latitudine: 42.1602398
Longitudine: 12.7811166

Contatti Comune di Nerola

Telefono: 0774683003
Email: Scrivi al Comune
Sito Web: Visita il sito del Comune

Santo Patrono di Nerola

Santo Patrono: San Giorgio
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Dove si trova Nerola


Mappa e cartina dettagliata di Nerola

Cosa vedere a Nerola


Sei a Nerola? Abbiamo selezionato per te i principali luoghi d'interesse, le migliori cose da vedere, le attività e le attrazioni da non perdere!

Castello Orsini - cosa vedere in sabina

Castello Orsini

Storico/Architettonico
Via Aldo Bigelli snc

Oggi sede di una lussuosa struttura ricettiva, il Castello sorse nel X secolo, per volere dei signori del  luogo all’epoca, appartenenti alla famiglia Crescenzi. Reca nel nome il nome della famiglia Orsini, che ne prese le redini nel corso del Trecento. Ad oggi, si erge nella sua magnificenza, perfettamente conservato, ed è visitabile solo con una visita guidata.

Fontana delle Cese - cosa vedere in sabina

Fontana delle Cese

Architettonico
Piazza del Municipio

La fontana, con teste di leoni e base ottagonale, risulta sicuramente più antica dell’XI secolo; è stata oggetto di un recente intervento di restauro.

Chiesa di Santa Maria Assunta e San Giorgio Martire - cosa vedere in sabina

Chiesa di Santa Maria Assunta e San Giorgio Martire

Religioso
Via Aldo Bigelli

La sua costruzione fu fortemente voluta dal duca Raimondo Orsini, a partire dal 1483, inizialmente intitolata al solo San Giorgio: lo stemma della famiglia nobiliare è ben visibile sul portale, con la rosa e le bande incrociate. L’interno è a tre navate, con abside semicircolare, e la navata centrale risulta sovrastata da un soffitto a capriate.

Chiesa di San Sebastiano - cosa vedere in sabina

Chiesa di San Sebastiano

Religioso
Piazza di San Sebastiano

Anche questa costruita per iniziativa degli Orsini, si trovava inizialmente al di fuori del centro abitato. Dopo i gravi danni subiti a seguito del terremoto del 1915, la chiesa venne demolita e ricostruita, sul finire del Novecento, in un punto poco distante dal sito della vecchia chiesa.

Dal punto di vista architettonico, è dunque, a pieno titolo, una struttura contemporanea. I motivi di maggior interesse stanno negli interni, che ospitano la statua raffigurante il santo cui la chiesa è dedicata, risalente al XVII secolo, il Crocifisso ligneo del XVI secolo e il fonte battesimale recante lo stemma nobiliare degli Orsini.

Chiesa di Sant’Antonio Abate - cosa vedere in sabina

Chiesa di Sant’Antonio Abate

Religioso
Via Sant'Antonio

Chiesa romanica, risultava quella parrocchiale fino alla metà del Cinquecento, quando il titolo passò a quella intitolata al Santo Patrono. Aveva annesso un piccolo cimitero.

Cascata sulla Forra della Linguessa - cosa vedere in sabina

Cascata sulla Forra della Linguessa

Naturalistico

Le acque del Fosso Corese, non lontano rispetto al punto in cui si verificò la ritirata dei garibaldini a seguito della sconfitta subita a Mentana, si immettono nella gola creata dal letto del fiume, e il dislivello crea la cascatella, e la forza dell’acqua veniva usata in passato per alimentare un vicino mulino.

Cosa vedere nelle vicinanze di Nerola


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Fara in Sabina

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Religioso
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